Le stagioni dell'Umanesimo
Lo sviluppo fiorentino
L'Umanesimo si sviluppa alla fine di eventi che hanno caratterizzato per lunghi periodi la storia europea (la guerra dei Cent'anni e il crollo dell'impero d'Oriente che terminano nel 1453), e italiana (il nuovo assetto degli stati italiani e la pace di Lodi del 1454).
Dopo secoli di frammentazione politica, ma anche culturale che caratterizzava la penisola, questa corrente aiutò a creare una situazione culturale per molti aspetti uniforme.
Dopo secoli di frammentazione politica, ma anche culturale che caratterizzava la penisola, questa corrente aiutò a creare una situazione culturale per molti aspetti uniforme.
La situazione politica di Firenze
Una delle maggiori città che fiorirono in quegli anni fu Firenze.
Nell'ambito culturale ed artistico della città fu molto importante la partecipazione della classe aristocratica e borghese.
La storia della città durante il XV secolo è caratterizzata da tre fasi, rette ciascuna da una casata nobiliare. La prima, che si estende dal 1378 al 1434, è governata dalla famiglia degli Albizi, che rappresentavano l'oligarchia altoborghese. Questo periodo fu caratterizzato culturalmente dal fenomeno dell'Umanesimo Civile, che vide gli intellettuali (come Salutati e Bruni) anche nelle vesti di politici.
La seconda fase è sotto il controllo della discendenza dei Medici, che trasformarono Firenze in una "Nuova Atene". La terza ed ultima sotto la repubblica antimedicea di Savonarola (1494 - 1498).
Nell'ambito culturale ed artistico della città fu molto importante la partecipazione della classe aristocratica e borghese.
La storia della città durante il XV secolo è caratterizzata da tre fasi, rette ciascuna da una casata nobiliare. La prima, che si estende dal 1378 al 1434, è governata dalla famiglia degli Albizi, che rappresentavano l'oligarchia altoborghese. Questo periodo fu caratterizzato culturalmente dal fenomeno dell'Umanesimo Civile, che vide gli intellettuali (come Salutati e Bruni) anche nelle vesti di politici.
La seconda fase è sotto il controllo della discendenza dei Medici, che trasformarono Firenze in una "Nuova Atene". La terza ed ultima sotto la repubblica antimedicea di Savonarola (1494 - 1498).
L'umanesimo a Firenze
Tra il Trecento e il Quattrocento a Firenze compiono un ruolo di grande importanza le cancellerie; che avevano il compito di tenere i rapporti con gli stati stranieri, scrivere lettere ai principi e governi, attestare documenti ufficiali e fatti storici. Con il tempo essa diventò un luogo di formazione, scambio culturale e di discussione.
Per questi motivi il governo della repubblica fiorentina attribuì incarichi di maggiore responsabilità a umanisti di prestigio. Nello stesso periodo si formava l'"Umanesimo civile" che sottolineava il forte nesso tra cultura e politica; infatti i primi umanisti fiorentini usarono il proprio sapere per scrivere nuovi valori della comunità fiorentina. Nacque così la " Fiorentina libertas", cioè la libertà fiorentina che era una continuità della repubblica romana che era in antitesi con l'assolutismo accentratore degli alti stati italiani. Due figure più rappresentative di questo periodo sono sicuramente Coluccio Salutati e Leonardo Bruni . Il primo sosteneva che la cultura classica forma l'uomo colto e civile , capace di scegliere tramite il proprio intelletto e degno di intervenire attivamente nella vita pubblica, il secondo diceva che l'uomo si completa con la natura solo all'interno delle istituzioni sociali e nella vita. |
Il modello umanistico
Una delle caratteristiche principali dell'Umanesimo è, senza dubbio, il rinato interesse per quelle opere, da tempo perdute, che risalivano all'epoca classica romana e greca. Questa ricerca, che portò anche alla nascita della Filologia, era guidata dalla volontà di scoprire "i classici staccandoli da sé, tentando di definirli senza confondere col proprio il loro latino" (Garin, filosofo e storico della filosofia), per ritrovare i valori profondi dell'umanità.
Le innovazioni furono anche di carattere pratico: ad esempio Poggio Bracciolini (1380 - 1459) introdusse una nuova forma di calligrafia caratterizzata da chiarezza e nitidezza che andava a sostituire le antiche lettere gotiche al fine di evitare fraintendimenti. Si ebbe così il nuovo concetto dell'educazione continua degli intellettuali, la quale doveva essere sempre improntata sulla materiale e critica ricerca della cultura dei predecessori, senza la quale non si sarebbe più stati sulle "spalle dei giganti". Funzione importantissima assunse quindi la critica filologica con la sua massima personalità in Lorenzo Valla. Con lui la neo-scienza diventò la base dell'Umanesimo.
Esempio per dimostrare la precisione che assunse la nuova branca umanistica è il "De falso credita et ementita Constantini donatione". Questa pubblicazione, scritta dallo stesso Valla e pubblicata nel 1517, dimostra, grazie a studi sui termini e sulla sintassi usata nel documento della donazione di Costantuino, la falsità del suddetto documento. Si ebbe così che i risultati della filologia concorsero alla ridefinizione della verità storica.
Le innovazioni furono anche di carattere pratico: ad esempio Poggio Bracciolini (1380 - 1459) introdusse una nuova forma di calligrafia caratterizzata da chiarezza e nitidezza che andava a sostituire le antiche lettere gotiche al fine di evitare fraintendimenti. Si ebbe così il nuovo concetto dell'educazione continua degli intellettuali, la quale doveva essere sempre improntata sulla materiale e critica ricerca della cultura dei predecessori, senza la quale non si sarebbe più stati sulle "spalle dei giganti". Funzione importantissima assunse quindi la critica filologica con la sua massima personalità in Lorenzo Valla. Con lui la neo-scienza diventò la base dell'Umanesimo.
Esempio per dimostrare la precisione che assunse la nuova branca umanistica è il "De falso credita et ementita Constantini donatione". Questa pubblicazione, scritta dallo stesso Valla e pubblicata nel 1517, dimostra, grazie a studi sui termini e sulla sintassi usata nel documento della donazione di Costantuino, la falsità del suddetto documento. Si ebbe così che i risultati della filologia concorsero alla ridefinizione della verità storica.
Alla ricerca di nuovi valori
Per molti studiosi del periodo umanistico la persona più rappresentante della nuova cultura è Pico della Mirandola. Nella sua personalità si celavano il rinato amore per le scienze e per le lingue straniere (studiò l'Ebraico e l'Arabo).
Fu sua la coniazione del nuovo concetto, espresso per la prima volta nel prologo della sua opera "De hominis dignitate", della libertà che solo l'uomo, tra gli esseri viventi del creato, di poter scegliere del suo futuro e essere padrone delle proprie azioni. Al centro dello studio dei nuovi intellettuali non erano più presenti le grandi domande su aspetti universali, ma era comparso la figura dell'uomo, il suo comportamento, l'importanza della parola, le qualità mondane e quelle sociali. Fu così che si smise, o almeno si diminuì di esaltare solamente la figura Divina e la figura della donna-angelicata, in cambio di trattare di virtù civili e della sfera naturale dell'uomo. |