"Venite al ballo, giovinetti e donne,
entrate in questa stanza
ove balla Speranza,
la cara iddia degl'infelici amanti;
e balleran cantando tutti quanti."
[aneddoto di Poliziano]
entrate in questa stanza
ove balla Speranza,
la cara iddia degl'infelici amanti;
e balleran cantando tutti quanti."
[aneddoto di Poliziano]
LA VITA: UN MAESTRO A CORTE
Angelo Ambrogini nacque nel 1454 a Montepulciano, vicino a Siena. Nel 1464 il padre, notaio della famiglia De' Medeci fu assassinato. Quattro giorni dopo dalla morte del genitore la famiglia si trasferì a Firenze, dove il Poliziano poté seguire le lezioni dei maestri Cristoforo Landino e di Marsilio Ficino. La sua persona fu accettata a corte nel 1473 perché distintasi grazie alla completa traduzione dall'Iliade, avventura lasciata incompleta al primo libro da Carlo Marsuppini.
Dal 1475 fu segretario privato del Magnifico e maestro del figlio Piero De' Medici, per il quale in seguito compose "I detti piacevoli", raccolta di detti e frasi che il suo allievo doveva tradurre. Altra opera che fu composta sempre per questa famiglia è il poemetto in ottave "Stanze per la giostra". Nel 1478 fu presente alla congiura dei Pazzi e scrisse di getto un Coniurationis commentarium (Memoriale della congiura).
Nel 1479 si consumò la rottura con i Medici, probabilmente per le incomprensioni con Clarice Orsini, moglie di Lorenzo, riguardo all'educazione del figlio Piero. Così nel 1480 viaggiò per l'Italia settentrionale, fra Venezia, Padova, Verona e Mantova, dove ottenne una carica presso il cardinale Francesco Gonzaga. Fra il 1478 e il 1483 compose la "Fabula di Orfeo". Riconciliatosi con Lorenzo, tornò lo stesso anno a Firenze per assumere l'incarico di lettore di poetica e retorica nello Studio della città, staccato dalla cerchia famigliare di casa Medici, dove curò soprattutto l'attività filologica, fino alla morte nel 1494.
Dal 1475 fu segretario privato del Magnifico e maestro del figlio Piero De' Medici, per il quale in seguito compose "I detti piacevoli", raccolta di detti e frasi che il suo allievo doveva tradurre. Altra opera che fu composta sempre per questa famiglia è il poemetto in ottave "Stanze per la giostra". Nel 1478 fu presente alla congiura dei Pazzi e scrisse di getto un Coniurationis commentarium (Memoriale della congiura).
Nel 1479 si consumò la rottura con i Medici, probabilmente per le incomprensioni con Clarice Orsini, moglie di Lorenzo, riguardo all'educazione del figlio Piero. Così nel 1480 viaggiò per l'Italia settentrionale, fra Venezia, Padova, Verona e Mantova, dove ottenne una carica presso il cardinale Francesco Gonzaga. Fra il 1478 e il 1483 compose la "Fabula di Orfeo". Riconciliatosi con Lorenzo, tornò lo stesso anno a Firenze per assumere l'incarico di lettore di poetica e retorica nello Studio della città, staccato dalla cerchia famigliare di casa Medici, dove curò soprattutto l'attività filologica, fino alla morte nel 1494.
LE OPERE
Tra le opere più importanti di Ambrogini troviamo le Stanze per il Magnifico Giuliano. L'opera (1475-78) risponde alla precisa esigenza dei Medici di compiere un processo di rifeudalizzazione. Questa necessità politica si esprimeva ad esempio in un rinnovato interesse per le giostre, i cavalieri, ecc. Le Stanze sono dedicate a Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo. È un'opera encomiastica, di celebrazione della famiglia (Giuliano viene chiamato addirittura Iulio). Ha inoltre composto l'Orfeo, un breve componimento teatrale in metro vario che risulta essere uno dei primi testi teatrali italiani di argomento profano, narrando delle vicende di Orfeo ed Euridice. Sono anche giunte fino a noi più di un centinaio di rime del Poliziano. La maggior parte (circa cento) sono rispetti, ovvero singole ottave solitamente di schema ABABABCC. I temi sono sempre giocosi e disimpegnati e convergono principalmente verso i canoni dell'amor cortese, mentre lo stile è molto popolareggiante, a volte quasi con ostentazione, ma senza per questo risultare affettato. Si deve ricordare come il Poliziano fosse una delle persone più colte e raffinate del suo tempo. Infine ha composto altre opere, in latino, come le Sylvae, le pre-lezioni latine in prosa e le elegie latine.
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