"Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c'è certezza."
[da Canzona di Bacco, vv. 1-4]
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
Di doman non c'è certezza."
[da Canzona di Bacco, vv. 1-4]
LA VITA: UN MECENATE DELLA LETTERATURA
Lorenzo de' Medici nacque a Firenze nel 1449 da Piero de' Medici e Lucrezia Tornabuoni, autrice di laude e storie sacre in volgare.
Nell'adolescenza ebbe come maestri il filosofo Marsilio Ficino e il letterato Cristoforo Landino. Nel 1469 sposò la nobile romana Clarice Orsini e, ventenne , si trovò ad assumere il governo della città a causa della morte del padre, avviando una stagione di riforme istituzionali volte a consolidare il potere della signoria nel rispetto delle tradizioni repubblicane. Lorenzo procedette subito a una sistemazione dei centri culturali legati al potere mediceo: nel 1471 allontanò dallo Studio fiorentino Giovanni Argiropulo per il suo aristotelismo; nel 1472 ripristinò l'università di Pisa per le facoltà di giurisprudenza e di medicina, mentre mantenne a Firenze gli insegnamenti di greco, filosofia e retorica; nel 1475 nominò il Poliziano precettore del primogenito Piero, nato nel 1471. Negli stessi anni Lorenzo assunse un ruolo fondamentale all'interno degli equilibri politici e territoriali della penisola, nonostante gli attriti con Roma per le ambizioni del papa Sisto IV nel 1474, cui seguì l'alleanza tra Milano, Firenze e Venezia contro Roma e Napoli. Nel 1478 venne messa in opera una congiura da parte della famiglia dei Pazzi, nemici dei Medici, aiutati da forze sostenute dal papa, dall'arcivescovo di Pisa Francesco Salviati e da Girolamo Riario, nipote di Sisto IV: al termine della messa nella chiesa fiorentina in Santa Maria del Fiore rimase ucciso Giuliano , il fratello di Lorenzo. Lorenzo, fortunosamente riuscì ad uscirne illeso. Poco dopo procedette con le esecuzioni dei nemici attentatori e anche dell'Arcivescovo di Pisa, mente dell'attentato. Questo gli costò la scomunica da parte del papa e l'interdizione alla città, la quale fu però solidale con il suo signore durante la guerra che Roma al fianco di Napoli le mosse contro l'anno successivo. La guerra finì con lo scioglimento del patto tra le due città alleate: da quel momento la figura del De' Medici fu una delle più importanti per ogni scelta politica sul suolo della penisola; aumentando a dismisura il potere della sua casata riuscendo a creare un vero e proprio principato. Per l'ambito culturale Lorenzo creò un circolo letterario al quale aderirono personaggi importanti per l'epoca come Pico della Mirandola e Poliziano. Infine morì nel 1492 assistito da Savonarola e i suoi amici appartenenti al circolo. |
La figura di letterato
Lorenzo fu caratterizzato da una particolarità unica all'interno della famiglia Medici: l'essere un artista. Era infatti innamorato della cultura e della poesia e gli piaceva sperimentare ogni loro forma. L'estrema varietà di generi, modelli letterari, toni e stili rende molto difficile trovare un'unità nella sua personalità di artista.
Al suo fianco stettero per molto tempo alcuni dei maggiori letterati del periodo ( come Pico della Mirandola e Ficino) e i rappresentanti della tradizione popolare (come Luigi Pulci). La produzione laurenziana, infatti, è articolata in una serie di composizioni e generi talvolta contrastanti per toni e temi: si passa dalla tradizione cortese toscana a quella religiosa e teatrale. Il Magnifico acquisì quindi un animo artistico multiple in grado di passare dalla letteratura popolare a quelli elevati. Lorenzo si riferì senza dubbio alle così chiamate tre corone fiorentine Dante, Petrarca e Boccaccio. Di Boccaccio, in particolare, riprende lo stile popolare che si mostra nella Nencia de Barberino, basata sul genere letterario della satira del villano. L'influenza classica è di stampo invece prettamente filosofico: dal Ficino infatti apprende la concezione dell'amore di stampo neoplatonico. Per quanto riguarda la produzione religiosa (la Rappresentazione di San Giovanni e Paolo), i modelli si rifanno a quelli della sacra rappresentazione avviata da Antonino Pierozzi. L'opera più importante di Lorenzo il Magnifico è il canzoniere che contiene per esempio al suo interno la Nencia da Barberino e la Canzona di Bacco. |